Ciao a tutti,
sono Elena, ho trascorso tutto il mese di gennaio 2019 a Bamako, presso la sede dell’Associazione UnAltroMondo Onlus. Per anni ho sognato di andare in Africa sub-sahariana ma volevo farlo nel posto giusto per me e con modalità che mi appartenessero. Negli ultimi anni ho conosciuto per motivi lavorativi, (sono un’insegnante di italiano, storia e geografia e mi occupo soprattutto dell’insegnamento della nostra lingua a persone straniere presenti in Italia) molte persone di origine maliana che mi hanno sempre colpito per la loro correttezza, gentilezza ed umiltà. Ho deciso che avrei realizzato il mio sogno andando in Mali.
Dopo diverse ricerche tramite internet ho individuato l’Associazione UnAltroMondo Onlus che mi ha colpito per l’approccio rispettoso e discreto nei confronti di questa terra, che ho avvertito fin dai primi contatti via mail. Dopo due incontri di persona con alcuni soci, durante i quali ho sentito un senso di vicinanza e fiducia, ho deciso di partire. Sono molto contenta di averlo fatto perché per me è stata un’esperienza positiva da tutti i punti di vista.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata la possibilità di entrare nella realtà maliana. Ciò è avvenuto attraverso le visite frequenti alle scuole e ai cortili/case dove vivono i bambini sostenuti a distanza tramite l’associazione; attraverso la vicinanza e la condivisione quotidiana con i "vicini di casa": la famiglia maliana che si occupa, insieme ai volontari italiani, della gestione della biblioteca e di altri spazi comuni; sono stata a contatto con giovani maliani affiancando gli altri volontari nei corsi di inglese che facevamo 4 sere a settimana, gratuiti ed aperti a tutti. Ho svolto ogni sabato pomeriggio varie attività didattiche culturali con la nona classe della scuola fondata dall'associazione nel 2005, la scuola Silo. Era poi bellissimo svegliarsi la mattina, uscire dallo spazio notte ed incontrare i bambini che salivano per le scale dell'asilo e scambiare qualche parola in bambara con le maestre (ho studiato bambara grazie ai libri in biblioteca, a materiale indicatomi dai volontari e ai suggerimenti del bibliotecario). Anche le visite al Centro di Formazione OASIS, centro di accoglienza per giovani con cui UnAltroMondo collabora, sono state molto interessanti e piacevoli, le persone che vi lavorano e che frequentano queste realtà sono sempre state molto accoglienti e gentili, come del resto mi sono parsi tutti i maliani.
Quando non ero occupata in queste attività mi piaceva tantissimo andare al mercato a comprare la frutta e la verdura, comprare il pane vicino a casa, inserendomi totalmente nella quotidianità delle gente del posto; anche andare nelle boutique, così diverse dai nostri negozi, così povere e allo stesso tempo così accoglienti e piacevoli.
In altri momenti ho aiutato in lavori manuali: ho pitturato banchi per la scuola dell’associazione, ho cucito giochi di stoffa e riordinato il materiale ludico per lo spazio giochi aperto ogni pomeriggio.
Nonostante tutte queste attività da fare ogni giorno ho sempre avuto tempo libero per me: ogni giorno c’era lo spazio per fare un riposino pomeridiano ed ogni settimana è stato possibile fare gite e uscite. E’ stata fantastica la gita sul Niger con la nona classe; quella a Siby, luogo selvaggio e magico allo stesso tempo; quella nel villaggio nella regione di Koulikoro, dove ho potuto assistere alle emozionanti e coinvolgenti danze con maschere tradizionali. Anche le uscite più brevi, quella al mercato generale dell’artigianato, luogo ricco di scambi relazionali e culturali, nonché di oggetti tipici e di qualità, e quella al museo nazionale di Bamako, molto interessante in termini storici e antropologici, sono state piacevolissime e arricchenti.
La convivenza con i volontari italiani è stata positiva, non c’è stato nessuno problema nella condivisione di spazi e tempi. Quelle che potrebbero essere vissute come difficoltà o scomodità, quali lavare i panni a mano, fare la doccia tiepida, o vedere sabbia rossa ovunque, non mi hanno pesato per niente, perché i ritmi di vita, le modalità di condurre le giornate, il clima caldo e secco, permettono di vivere queste cose con tutta la tranquillità possibile.
Il cibo era di qualità e non ho avuto nessun fastidio in termini di salute, che è stata sempre ottima. Avevo molta paura delle zanzare ma nonostante alcune punture non ho avuto nessun problema nemmeno per quanto riguarda la malaria, ne là e nemmeno al mio ritorno in Italia. Per quanto riguarda la situazione del Paese non ho mai avvertito nessun tipo di tensione: Bamako è una città davvero pacifica, che trasmette sicurezza, allegramente caotica, dove convivono tranquillamente diversità religiose e sociali, le persone sono aperte, rilassate, sempre pronte al sorriso ed alla battuta.
Ma soprattutto sono rimasta molto impressionata dal lavoro dei volontari che là vivono per molti mesi all'anno. Mi ha colpito molto il loro puntare sulla didattica, sulla cultura, sulla formazione, l'obbiettivo di renderli più capaci e preparati ed autonomi nell'affrontare questo mondo che, volente o dolente, arriva fin dentro la loro esistenza quotidiana, seppur per certi versi queste loro vite possono sembrare fuori dal mondo. E fare questo con passione, con precisione, nonostante le mille avversità, e anche cercando di rispettare la loro cultura che, secondo me, per certi aspetti è fantastica e non ha nulla da invidiare alla nostra.
Ho anche incontrato la mamma di un mio studente maliano a cui sono molto affezionata, e abbiamo chiamato lui in video telefonata in Italia, è stato molto molto commovente e tutti i volontari italiani hanno partecipato e mi sono stati molto vicino.
Per quanto mi riguarda è stata un’esperienza piacevole ed arricchente da tutti I punti di vista, che spero di poter rifare ancora e che consiglio a chiunque abbia un po’ di spirito di adattamento, curiosità e voglia di accogliere la diversità con rispetto e, perché no, con tanta voglia di imparare.
Tanti saluti
Elena