All’inizio dell’anno il Centro è frequentato regolarmente da 40 giovani in situazione difficile, tra cui 16 ragazzi e 25 ragazze che hanno abbandonato la scuola. Tutte le ragazze sono state orientate a frequentare un corso di ricamo, taglio e cucito. Due ragazzi stanno frequentando il corso di taglio e cucito insieme alle ragazze mentre gli altri stanno imparando alcuni mestieri artigianali presso il laboratorio di falegnameria aperto all'OASIS e presso gli atelier dei formatori: un falegname, un fabbro e un meccanico. Gli adolescenti che frequentano il corso in taglio e cucito ricevono anche delle lezioni di recupero in lingua francese e bambara, oltre a nozioni basi su nutrizione e igiene nonché educazione civica, personalmente impartita dalla responsabile del Centro.
Cinque ragazzi sono seguiti dallo psicologo perché hanno delle difficoltà di integrazione sia in famiglia sia a scuola. Il centro si è occupato inoltre di farsi carico delle spese sanitarie dei bambini e ragazzi censiti, compresi alcuni che sono sostenuti a distanza per frequentare la scuola fondamentale. La sorveglianza sanitaria è stata affidata ad una infermiera dell'associazione di salute comunitaria ASACO del vicino quartiere di Sabalibougou.
Per aiutare il Centro a rendersi economicamente più autonomo, alcune volontarie di UnAltroMondo hanno ideato un progetto per far produrre degli oggetti alla classe di cucito. Si è pensato di partire con un prodotto semplice come le tovaglie con i relativi tovaglioli, sfruttando la ricchezza di tessuti locali e i loro colori. Durante la prima missione esplorativa effettuata a febbraio per valutarne la fattibilità e per permettere un lavoro più agevole, le volontarie hanno portato due macchine da cucire elettriche, ferri da stiro e altro materiale vario come fili, aghi…
Dopo la verifica del livello tecnico delle ragazze, l’introduzione dei nuovi strumenti e le modalità di confezionamento delle tovaglie, si è provveduto ad organizzare il lavoro di squadra, separando le tre fasi del lavoro (taglio, stiro e cucito). Le ragazze, le formatrici e le responsabili si sono dimostrate entusiaste del progetto per cui si è deciso di pianificare una piccola produzione per i mesi a venire, nella speranza di trovare dei canali di vendita in Europa.
Non si sono fermate neanche in agosto le attività del Centro. Grazie al contributo di storici sostenitori sono state impiantate tende parasole che permettono di lavorare anche all’aperto. Nel laboratorio di falegnameria è stata installata una sega elettrica per poter confezionare più agilmente tavoli, sedie, banchi, lavagne. Il falegname formatore si sta occupando di insegnare l'utilizzo del macchinario ai ragazzi più grandi.
Il lavoro è stato gratificato dalla visita dei ragazzi dell’UkClub, che sostengono da tempo il Centro tramite la vendita di simpatiche T-shirt; Davide e Francesco hanno partecipato al nostro campo di lavoro e colto l'occasione per conoscere di persona il progetto e i suoi protagonisti.
A ottobre è stato possibile acquistare grazie al contributo della Tavola Valdese un minibus per avviare l'attività notturna di censimento e recupero dei ragazzi di strada che si aggirano nei quartieri della capitale intorno alla fermata centrale degli autobus di linea e nei meandri del grande mercato coperto “Les Halles”, luoghi di principale rifugio notturno dei ragazzi senza fissa dimora provenienti spesso da regioni lontane.
Dopo aver concluso il confezionamento di una seconda serie di tovaglie etniche, le ragazze del laboratorio di sartoria si stanno cimentando a creare oggetti vari come grembiuli, borse in tessuto, copri cuscini e portaoggetti. In occasione dei festeggiamenti per la conclusione del periodo di Ramadan, ricorrenza che vede tutta la popolazione di Bamako rifarsi il proprio guardaroba, hanno inoltre prodotto simpatici vestiti per bambine con tessuti insoliti importati dall'Italia, sperimentando diversi modelli e tecniche di rifinitura a loro finora sconosciute. Taglio classico e tessuto etnico invece per alcuni capi commissionati per conto dei volontari italiani.