2 Agosto 2018. Il mio aereo atterra a Milano dopo un lungo viaggio. La mia prima volta in Africa!
Difficile raccontare tutte le emozioni provate, i momenti vissuti, i volti incontrati… Venti giorni per un’esperienza che ne vale molti di più.
In questo breve periodo ho provato ad essere laggiù quello che sono nella quotidianità: una maestra. Nella mia valigia, alla partenza, avevo con me alcuni regali donati dai “grandi” della mia scuola dell’infanzia, affinché si potesse creare un piccolo gemellaggio tra Italia e Mali. Ho avuto la fortuna di vedere piccoli occhi italiani entusiasti di poter condividere un gioco con chi è meno fortunato e dolci occhi maliani felici di questi regali inaspettati. La speranza è che questo semplice gesto possa rimanere nei cuori di questi bambini perché crescendo credano che sia possibile un’integrazione, che sia possibile una vera accoglienza dell’altro!
In Mali io mi sentita ACCOLTA. Ad ogni passo sentivo “Tubabu” (uomo bianco) e appena mi giravo vedevo numerosi teneri occhi che mi guardavano, sorridevano e salutavano, ad ogni passo incontravo donne, uomini, bambini che venivano a stringermi la mano e a dirmi “bonjour”, ad ogni passo mi sentivo osservata ma rispettata… Ho incontrato tante persone che nonostante le fatiche in cui vivono, amano il loro paese e che, nonostante le difficoltà che affrontano ogni giorno, trovano sempre il tempo di guardarti e sorriderti…
È un’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita perché ti aiuta ad accendere lo sguardo, ad aprire la mente, ad allargare gli orizzonti… è un’esperienza che tutti dovrebbero fare perché ti offre la possibilità di riflettere, di porti delle domande, di metterti in discussione… e soprattutto è un ‘esperienza tutti dovrebbero fare perché che ti lascia immagini e ricordi unici e indelebili…
Provare per credere!
Chiara